mercoledì 22 settembre 2010

L'Alba.


Fa fresco fuori, non ancora d'alba,

il cielo nero non più così fondo.

Tutto tace, tutto dorme.

Il fresco, l'odore della pelle, della benzina, della sigaretta amara tra le dita.

Muovendosi piano, non volendo quasi crear suono.

Predatore d'albe, la sigaretta va finendo,

il latrato cupo del motore rimbomba d'echi al minimo.

Tira un lungo sospiro, l'ultimo di calma.

Poi tutto è frenesia, boato esplosivo al tuo passaggio,

di macchie dal colore vago in spruzzi plastiche arancio,

asfalto divorato, sputato alle spalle non digerito.

La motocicletta danza sulle note della rabbia, dell'urlo, della furia.

Spasmo nel cuore... Di un anima strana, come spenta;

la cerchi nelle curve, spesso la sfiori,

poi ancora, la sfidi, lanciandoti al massimo, poi oltre, ancora.

Certi la trovano, tu ancora no.

Allora aspetta ancora.


Ube


martedì 21 settembre 2010

Black rain cafè



Non servono molti commenti, è bellissima punto e basta.

Le foto le ho allegramente fottute QUI, ottimo blog, di gusto, da guardare per bene.

lunedì 20 settembre 2010

Il Buell del Riccardino





La storia più o meno nasce così;

Il Riccardo, per motivi che mi risultano ignoti, non solo decide di comprarsi una moto ma decide per una Buell.
Essendo persona di gusto ed intelligente, naturalmente, non sceglie una moto nuova ed esente da problemi per il suo ritorno nel mondo dei centauri.
Decide che la sua dovrà essere una "Frame Tube".

Effetto dissolvimento sulla scena, cambio inquadratura sulla mia figura che in un non raro momento di vuoto mentale fruga su internet annunci di ferrovecchio.

Pensiero: "Bella questa, quasi quasi gli giro l'annuncio".

L'epilogo è scontato, dopo circa una decina di secondi con "Sam" davanti, in quel di Cremona si stava già cercando una penna per firmare le carte.

Quello che non è scontato è il prosieguo della storia, che voi potevate pensavate fosse finita qui...
Già, perché il Riccardo buffamente contrae il morbo furibondo della personalizzazione, capita, non di rado, a chi per motivi anche lavorativo-logistici non riesce a vivere la propria motocicletta tutti i santi giorni e può incominciare a solleticarsi all'idea di tenerla ferma un pochettino, giusto quel tanto per cambiare quel pezzettino...

Quel pezzettino che tanto è graffiato, che poi stona, che, che...

Che cavolo! giusto il tempo di farsi un giro che già la moto era smembrata come dai peggiori ricettatori di parti rubate!

Così ecco arrivare mono e forcelle completamente ritarati, con riporto al Tin e anodizzazione in un bel nero, manubrio Renthal in ergal, una coppia di piastre sempre in Ergal ricavate dal pieno anch'esse nell'ammantante colore scuro totale.
Un paio di Discacciati grossi e tondi come dischi in vinile, per suonare le note delle staccate più assassine sono in arrivo, lo scarico c'era e bisogna ammettere che fosse già perfetto e bellissimo!
Per la carrozzeria il colore naturale del carbonio è risultato essere la scelta più "leggera" che si potesse fare... Come per la quasi totalità delle sovrastrutture a dire la verità!
E poi per finire un profondo e dettagliatissimo tagliando a quel grosso bicilindrico pulsante nel telaio, che detto tra noi; "per essere un Harley cammina da pazzi".

La morale? Non c'è, ma se volete usare la vostra moto in maniera "normalmente continuativa", che pare una malattia delle vecchie coppie detta così, non parlate mai col Riccardo!

Photos by Ube




sabato 18 settembre 2010

Senza ritorno


Così sono partito.

Anche se ti avrei voluto aspettare ancora;

una lunga picchiata verso il sud.

Viaggiando, solo, nella notte.

Poche cose addosso, il più grande peso dentro.

E la notte mi ha protetto in corse lunghissime,

la notte non ha fatto vedere le lacrime dietro al casco.

Nella picchiata solo lo squarcio sonoro di una motocicletta al massimo,

come quello di un caccia da guerra.

"Non so se tornerò", canta quel suono, musica ritmica in allontanamento.

Forse non sono più tornato.

Forse tutto è rimasto a quella curva fatta con l'urlo, senza voler prendere il freno.

Così non sono mai tornato.

E questo è solo un sogno. L'ultimo.


Ube

Aspettando Babbo natale...




È insolito trovare su questo blog riferimenti alle novità di mercato, un pò perchè io stesso prediligo l'acquisto di vecchiume, un pò perchè in passato se di novità stavamo parlando si trattava comunque di prodotti con una tale ristretta nicchia di utenti, da farne subito dei romantici fallimenti...
Però i tre cilindri vanno veramente bene e una bellissima signora sta per far uscire la sua nuova bambina;
Trecilindri, affilata e veloce da far paura... È da un bel pò che non sogno di possedere qualcosa di competitivo...

F3, e il nome già riporta la memoria a sigle mitiche, fatte di traliccio, carburatori Dell'orto concordi e due in uno Conti neri e tozzi come il loro suono cupo.

mercoledì 1 settembre 2010

Settembre...



Momento di rientri, dei buoni propositi da mettere in pratica e anche di cambiamenti profondi, si è sereni, carichi, pronti.
Due sole foto, che considero il simbolo dei cinquemila chilometri divorati nella ventina di giorni passati lontano da casa.
Cinquemila chilometri che la vecchia Speed si è fatta senza batter ciglio, mangiandosi olio e benzina in quantità soltanto, planando morbida sulle curve di tutt'Italia, da nord a sud procedendo zizagando senza mai una vera meta precisa e in solitaria.

Gli oggetti di per se non hanno un grande valore, se non quello scontatamente materiale, prima che noi si li viva.
Non nego che al momento dell'acquisto dello Speed, dato che MangiaOlio, il mio vecchio Monster, ha pensato bene di tirare le cuoia due settimane prima della partenza ho storto non poco il naso, mi sembrava un tradimento bello e buono.
Ma come, mi dicevo, la moto con cui ho vissuto tutte quelle esperienze, i primi viaggi, che tante volte ha portato dietro sulla sella la persona di cui mi sono innamorato...

Ma l'idea di non essere in moto quest'estate appena passata mi gettava nel più nero sconforto, così mi sono detto: "solo per questa volta".
Invece Sellerotta, lo Speed, in romanesco significa "grassoccia" è stata bravissima ed è stata amica perfetta nel mio viaggio in solitaria, perché di questo si trattava, volevo fare a pugni forte con la solitudine ed imparare a gestirla.

A conti fatti Sellerotta non ho voglia di venderla, certo il cambio è un disastro, pesa come un camion, magari ti aspetteresti qualcosa di più da un trecilindri fronte marcia raffreddato a liquido, iniezione e dodici valvole.

Ma Sellerotta balla un ritmo sui passi di tutt'Italia da terza e quarta, che sembra fatto solamente per pensare, per capire, per andare, da un'altra parte, lontano... Fin dove potevi non credere di arrivare.

Così Sellerotta resterà nel box, di fianco MangiaOlio.
Come vi dicevo prima le cose assumono il valore delle esperienze che viviamo insieme a loro;
un singolo trecilindri insieme a delle Ducati e la solitudine vinta.