La sorte è buffa;
è buffa per un sacco di motivi, per il suo strano senso dell'umorismo soprattutto...
Mi spiego, tra tutte le moto che ho desiderato, guidato, avuto, non so perché ho scelto la più "inadatta", è lenta, scomoda e vecchia, ma per quello strano gioco che rende i difetti "caratteristiche" ci siamo scelti.
Ci siamo scelti un pò come una vecchia coppia che sta insieme da una vita, che si lamenta e battibecca su qualsiasi cosa, ma nessuno dei due potrebbe fare a meno dell'altro.
E così un pò di anni fa ci siamo trovati, dopo una vita passata a professare la fede verso le moto carenate, possibilmente monoposto, "perché le moto non sono affar da squinzie", è arrivata lei e piano piano ha incominciato ad essere ritagliata e rifinita somigliandomi sempre più.
Mi ricordo bene di quando neanche quattordicenne, girando sul vecchio Solex di Papà e sognando le 125 da gp, l'ho vista la prima volta, nuda, enorme e rossa come lava, sembrava andare in contrasto con tutto il mondo che allora era carenato integrale e aveva frazionamenti che recitavano solo la tabellina del quattro per cilindri, valvole e carburatori.
Come solo i bambini sanno fare, corsi a casa e ne feci un bel disegno sognandoci sopra parecchio;
disegno che ho conservato e che incosapevolmente portava in se già la germinazione per la passione della personalizzazione.
Me ne sono ricordato così, del disegno che ora, oggi, ho ritrovato un pò ingiallito, mentre il mio bel faro tondo del primo Monster a carburatori tagliava le nuvole spesse dentro una valle incantata e immobile nel primo di Novembre, con un freddo cane e l'asfalto nero come fosse stato appena disegnato con un pennarello di china.
E sono rimasto stranito come questo disegno somigli così tanto alla mia moto, a vent'anni di distanza.
Così me ne sono fregato, del fatto che la mia moto non va forte, non piega come le altre, che mangia olio che pare una bulimica per poi subito risputarmelo, come lo metto, dallo scarico cromato;
me ne sono fregato del fatto che non essendo un bravo meccanico ha un assetto che definire una merda è un complimento, con il mono duro come pietra e le forcelle che paiono le molle di una Dyane.
Perchè lei non vuole farmi vincere nessun campionato del mondo, lei è una brava motocicletta, e vuole soltanto portarmi in giro, che piova, che faccio un caldo schifoso, o che si geli, lei vuole portarmi in giro per sognare insieme, lentamente, il più a lungo possibile.
Si, effettivamente proprio non è un a moto da sbarbati, il mio cafè racer, è il mio sogno di quando ero un bambino.
1 commento:
Complimenti... gran bel post!
E il tuo vecchio Monster resta sempre una gran bella Ducati. Pensaci quando incontri un fighetto su un milleccento monobracciato cantileverato e cannibalizzato di mezzo traliccio.
Sempre che ti riesca mai di vederne uno per strada: io ancora non ho avuto questa "fortuna"... :-)
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