lunedì 8 giugno 2009

Snarling Bimota's




La foto trovata per caso della Suzuki Tl 1000 mi ha fatto pensare;
prima dell'avvento della serie "Testastretta" di Ducati, c'era stata una corsa agli armamenti da parte di molte case motociclistiche sul versante Bicilindrici da SBK, si era buttata Aprilia, Honda con la SP1 e Suzuki con il TL 1000, Honda riuscì addirittura per un anno a strappare l'iride del campionato piloti con Edwards in un duello memorabile ad Imola. 

Erano anni dove aveva preso piede l'idea che se una moto non fosse bicilindrica, non poteva avere chance di vittoria, Honda lavorò bene ma la Vtr stradale era  pesante e il motore non era cattivo come i 130 cv lasciavano intendere, Suzuki non ci provò nemmeno a correre, il Tl era un mattone vero, le sospensioni erano ridicole e cervellotiche, ma una cosa buona l'aveva...
Il motore era un autentico dispensatore di mandrie di equini, fiacchetto sotto, sopra, urlava per davvero.

A questo punto della storia entrano in gioco due figure importanti, la prima é Bimota, che sforna una gioiello di cattiveria e rudezza come la Sb8, il primo telaio composito al mondo in alluminio e carbonio vede la luce, tutto il progetto é finalizzato alle competizioni;
la struttura del telaio, la mensola sella in carbonio, studiate per ovviare al difetto tipico della ripartizione dei pesi troppo spostate sul posteriore dei bicilindrici a 90°, l'estetica é l'ultimo dei problemi sul un "attrezzo" da corsa, ma invece nasce una moto particolare e riconoscibilissima, tanto da essere usata come testimonial di abbigliamento e pneumatici.

La seconda é Franco Farné, mitico guru della setta Ducatista, in quegli anni sigla l'evoluzione e l'affinamento del progetto SB8 e il ritorno al successo di Bimota con la vittoria a Phillip Island, anche se le vicissitudini economiche dell'azienda precludono la possibilità di correre addirittura il resto della stagione.

Oggi che le Ducati sfornano 170 cv come nulla fosse, i "soli" 140 cv dell'SB8 sembrano ronzini, ma é il "pacchetto" Bimota a rendere ancora attuale il bombardone Riminense, un pacchetto fatto di un peso ancora da riferimento di 175 kg, telaio e sospensioni semplicemente al Top e tutta la gestione dell'alimentazione ricreata da Bimota, che dona al twin nipponico quel buon sapore di "attrezzo fatto a mano", pieno di buchi e zoppicante, ma tremendamente intimidatorio nell'erogazione.


La bella Sb8 é stata prodotta in due distinte versioni, la prima (SB8-R e SB8-R Special) sono caratterizzate da due enormi prese dinamiche che vanno dai lati del frontale a connettersi sopra il serbatoio, sospensioni Paioli e Ohlins con cerchi Antera, il bicilindrico Suzuki eroga 135 cv.
La seconda serie, riveduta e corretta, presenta un airbox migliorato, la sparizione (purtroppo) dei condotti dell'aria in luogo di una presa d'aria sotto lo sterzo, il codone ridisegnato che la rende piú filante, ma anche meno particolare, e una futuristica strumentazione a led in luogo dei belli strumenti analogici a fondo bianco.
Proposta in due modelli, una replica Gobert denominata SB8-K e una più sofisticata SB8-K Santamonica, che monta sospensioni interamente Ohlins, cerchi OZ, pinze radiali Brembo e qualsiasi parte realizzabile in fibra composita, 140 cv e un erogazione più lineare sono l'upgrade al Twin.

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