Un passo epocale mi verrebbe da dire;
una decina e più di anni fa, me la ricordo bene quella giornata, in una mattinata di sega a scuola si finì dalle parti del Talamo e come adesso si entrò per vedere, no scusate, sognare le moto.
Allora la vetrinetta "delle usate" in via Niccolini era una tappa fissa, un angolo quasi disprezzato da loro, che precedeva l'ingresso alle officine sfondo Blue della Numero Tre, un mio amico di allora era follemente innamorato di un SuperLight che stava in mezzo alle belle di albione come uno schizzo di rosso vermiglio su fondo bianco, prima serie, cerchi alluminio e magnesio.
Su di lei ci consumavamo gli occhi quotidianamente, senza curarci di null'altro in verità, cioè di come la nostra presenza in fondo potesse essere molesta...
La solita mezzoretta di chiacchere intorno a quello che ci sembrava essere un irraggiungibile missile con le ruote, soprattutto economicamente, e si ferma un Tizio a far chiacchera con noi, capello corto brizzolato, gilè con patch variegate, indubbiamente appassionato di moto, Carlo, disse di chiamarsi.
Quello che successe di lì a poco non posso ancora spiegarmelo, ma tant'è che mi prese in simpatia, ero indubbiamente un ottimo stereotipo di diciottenne squattrinato e una Speed, anche usata non avrei potuto comprarla neanche per scherzo, inoltre già allora avevo maturato un'affezione sconsiderata verso tutto e solo quello che proveniva da Borgo Panigale.
Carlo doveva aver voglia di farmi cambiare idea, e mi diede in mano, senza richiesta o preavviso alcuno, le chiavi di uno Speed nero, con scarico aperto del parco stampa.
Panico secco da contropiede inarrestabile dell'avversario.
Traducibile in parole scritte in: "come far ammutolire uno sbarbato".
Ci rimasi quasi male, da tanto fui stupefatto di quel gesto e ricordo dovetti far leva su tutta la mia spavalderia, per mettermi in sella su quella motocicletta, nera, grossa, trecilindri.
"Vai fatti un giro, e poi mi dirai se non è meglio di una Ducati".
E il giretto, corto e piano, terrorizzato dall'idea di poter rovinare quel balocco troppo costoso me lo feci;
santi numi! Che musica celestiale produceva quello scarico, e la frenata, e tutte quelle lancette che andavano su e giù...
Bhé son dovuti passare più di due lustri perché mi decidessi a tradire le mie rosse, e rompessi la mia monotematicità un pò su tutto nella mia vita, anche sulle motociclette;
purtroppo il Carlo non c'è più per andare a raccontargli questa storia e io non credo più nelle favole e in un sacco di altre cose come quando ero ragazzino.
Probabilmente se un venditore mi facesse fare un giro oggi su una Porsche, penserei di aver a che fare con uno che per forza me la vuole vendere, sicuramente non un regalo...
Ma la mia nuova "vecchia" Speed, la dedico al Carlo, che chissà perché quel giorno ha voluto far sognare un ragazzino, regalandogli un momento epico, senza nulla voler in cambio.
Ora vado a far diventare la circonvallazione un pò più North Circular, così verso l'Ace cafe...
7 commenti:
Bellissimo post .
Più che per commentare questo post, che comunque è meritevole di lode, sia per il racconto che per la scelta della moto, son qui per commentare tutto il blog, che ho letto in questi 2 giorni, sorridendo, sognado, scoprendo anche qualcosa di nuovo e sopratutto sbavando.
Complimenti! Per la passione e per i gusti sui quali posso vantarmi di dire che son molto simili.
Ciao,Ale.
Grazie molte, è un bellissimo complimento.
Letto con un po'di ritardo, ma concordo: bellissimo post.
Solo una domanda... quel Superlight poi l'hai mai comprato?
No Enrico, ho lasciato perdere, magari se sarà ancora lì e avrò risistemato un poco le finanze dopo il salasso che mi aspetta con il motore di MangiOlio... :)
Per pura curiosità di confronto... ricordi che cifra chiedevano?
È un conoscente, si era parlato di saldare il conto dal meccanico dove è abbandonata e portarla via, un migliaio iniziali, ma mezza da rimontare
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