mercoledì 1 settembre 2010

Settembre...



Momento di rientri, dei buoni propositi da mettere in pratica e anche di cambiamenti profondi, si è sereni, carichi, pronti.
Due sole foto, che considero il simbolo dei cinquemila chilometri divorati nella ventina di giorni passati lontano da casa.
Cinquemila chilometri che la vecchia Speed si è fatta senza batter ciglio, mangiandosi olio e benzina in quantità soltanto, planando morbida sulle curve di tutt'Italia, da nord a sud procedendo zizagando senza mai una vera meta precisa e in solitaria.

Gli oggetti di per se non hanno un grande valore, se non quello scontatamente materiale, prima che noi si li viva.
Non nego che al momento dell'acquisto dello Speed, dato che MangiaOlio, il mio vecchio Monster, ha pensato bene di tirare le cuoia due settimane prima della partenza ho storto non poco il naso, mi sembrava un tradimento bello e buono.
Ma come, mi dicevo, la moto con cui ho vissuto tutte quelle esperienze, i primi viaggi, che tante volte ha portato dietro sulla sella la persona di cui mi sono innamorato...

Ma l'idea di non essere in moto quest'estate appena passata mi gettava nel più nero sconforto, così mi sono detto: "solo per questa volta".
Invece Sellerotta, lo Speed, in romanesco significa "grassoccia" è stata bravissima ed è stata amica perfetta nel mio viaggio in solitaria, perché di questo si trattava, volevo fare a pugni forte con la solitudine ed imparare a gestirla.

A conti fatti Sellerotta non ho voglia di venderla, certo il cambio è un disastro, pesa come un camion, magari ti aspetteresti qualcosa di più da un trecilindri fronte marcia raffreddato a liquido, iniezione e dodici valvole.

Ma Sellerotta balla un ritmo sui passi di tutt'Italia da terza e quarta, che sembra fatto solamente per pensare, per capire, per andare, da un'altra parte, lontano... Fin dove potevi non credere di arrivare.

Così Sellerotta resterà nel box, di fianco MangiaOlio.
Come vi dicevo prima le cose assumono il valore delle esperienze che viviamo insieme a loro;
un singolo trecilindri insieme a delle Ducati e la solitudine vinta.

1 commento:

Enrico ha detto...

Gli oggetti assumono a volte un loro particolare valore, legato alle esperienze personali che viviamo in loro compagnia.

Io poi faccio persino fatica a considerare una moto un semplice "oggetto", e inorridisco quando leggo interviste fatte a dirigenti di un noto Marchio bolognese in cui vengono definite "prodotti". Ricordo con affetto ogni singola motocicletta che ho posseduto, perfino il Multistrada che tanto mi ha fatto dannare. Ma il Multi tra un casino e l'altro mi ha anche portato in giro per ventimila chilometri in un anno, mi ha portato per la prima volta in vita mia a Castelluccio di Norcia e a Campo Imperatore, per non parlare delle due volte in cui insieme siamo stati al Nurburgring... Ok, era brutto e pieno di problemi, ma come non ricordare sotto sotto con affetto una moto che mi ha dato tutto questo?

Ti auguro di rimettere in piedi il Monster al più presto, ma tu questa Speed non la venderai mai... lo sai, vero? :-)